La Cooperativa


Insieme alla Filatura, anche la Cooperativa di operai e contadini era motivo di orgoglio per i rozzanesi che vedevano il loro paese avere un ruolo fondamentale per la società di allora. La Cooperativa era situata in via Pavese 111, lungo la S.S dei Giovi, ed attirava infatti persone da tutte le frazioni ed i paesi limitrofi, dove non c’erano ancora i negozi e diventava anche luogo di incontro, favorendo lo scambio di chiacchiere tra gli abitanti delle diverse cascine che facevano capo a Rozzano.


La Cooperativa tra operai e contadini (1920-1971)

La Cooperativa fra operai e contadini di Rozzano nasce nel primo dopoguerra e deposita dal notaio il suo primo statuto nel 1920 a firma del grande cooperatore Luigi Buffoli. A Rozzano sono gli operai della locale filatura, già riuniti in Lega, a promuoverne la nascita e la sua prima sede è una piccola stanza nei locali del Bissoncello. Il primo presidente è Enrico Morandotti, cui subentra dopo alcuni anni Cleto Ottolini.
All’inizio è una cooperativa di consumo, uno spaccio per vendere generi alimentari a prezzi bassi agli operai e ai contadini del paese. Dal 1926 la cooperativa ottiene anche la licenza per aprire un bar trattoria, gestito nei primi anni da Angelo Bertocchi, già sindaco socialista di Rozzano, fatto dimettere con la forza nel 1922 dai fascisti dopo la marcia su Roma.
Fin dai primi anni la cooperativa vuole anche rispondere alle esigenze abitative degli operai e si costituisce quindi in Società edificatrice, dando iil via nel 1924 alla costruzione di un primo lotto di appartamenti lungo la strada Pavese. Un secondo lotto di case, con 17 appartamenti di proprietà della Cooperativa, viene costruito nel 1953.


Bandiera dell'Associazione di Mutuo Soccorso di Rozzano, anni '20

Negli anni ’50 e ’60 la Cooperativa si ingrandisce, apre un punto di macellazione e spacci anche in altri punti di Rozzano, a Quinto de Stampi in via Europa (dove ancora ha sede una Coop di quartiere) e a Valleambrosia in via Aspromonte, mentre un camion porta i generi alimentari nelle cascine più isolate, come il Perseghetto, Ferrabue e la Follazza. Anche la sede centrale si ingrandisce: sulla via Pavese il salone del circolo cooperativo è spesso usato per feste, balli, cerimonie e matrimoni dei molti soci, che in quegli anni sono circa un migliaio.
I soci sono chiamati a partecipare attivamente alla vita della cooperativa e del circolo: la Società della Tazza è una sorta di gioco che ricorda a tutti quanto sia importante partecipare e contribuire economicamente alla vita della cooperativa: ogni socio ha la sua tazza per bere appesa in una griglia sul muro e se non la usa almeno una volta alla settimana viene “tassato” con una piccola sanzione di 50 centesimi. Il ricavato viene destinato a beneficio delle gite sociali, che porta i rozzanesi sui laghi o a visitare le città del nord Italia (ma anche la collina di Superga dove nel 1949 era caduto l’aereo del Grende Torino).
Dal 1969 diventa dirigente e poi presidente della Cooperativa Gianni Montanari. Sono anni di grande cambiamento poiché la diffusione dei primi supermercati costringe gli spacci di paese a fare un salto di qualità.


Un'immagine recente della palazzina sede della prima Cooperativa di Rozzano

Il Circolo Cooperativo di Rozzano (1971-1992)

Nel 1971 si riuniscono quindi 11 cooperative della nostra zona: i tre spacci di Rozzano, quelli di  Rogoredo, Opera, Locate, Pieve Emanuele, Zibido, Gaggiano e Rosate e si crea la Cooperativa Unione, che due anni dopo confluisce in CoopLombardia, alla quale gli operai e i contadini di Rozzano portano un grande contributo economico e un giro d’affari molto sviluppato. Resta fuori dalla fusione il lacale bar e trattoria, per la cui gestione si crea il Circolo Cooperativo di Rozzano, che vuole tenere vivo lo spirito cooperativo delle origini.
Il Circolo cooperativo continua con la sua attività aggregativa, con le feste, le cerimonie e le gite sociali. Tra i protagonisti di quegli anni, oltre a Gianni Montanari, ci sono Pietro Battaglioni, Giancarlo Draghi, Mario Acerbi, Luigi Rigoni, Alfredo Mascherpa e Osvaldo Mereghetti. Nel 1976, sollecitati dal sindaco Giuseppe Foglia e da un gruppo di giovani - tra cui Luigi Repossi - che chiedono a gran voce un campo di calcio, i soci del Circolo cooperativo iniziano a costruire in via Togliatti una Polisportiva che all’inizio ospita calcio, atletica e pallacanestro.


Nel 1920 hanno messo in piedi una Cooperativa di consuma fra operai e contadini, sulla strada pavese; mio papà è stato il primo segretario; era una vecchia osteria con due scalini che scendevano. C’era uno zio di mio papà che faceva questo lavoro, era il primo sindaco di Rozzano, si chiamava Merili Giovanni, e aveva questo negozietto, poi lui l’ha venduto e andavano lì a vendere il vino per racimolare qualche cosa per avere un fondo per fare la cooperativa. Nel ’22 mi pare hanno fatto questa palazzina dall’altra parte della strada e hanno aperto la Cooperativa che era formata da soci, tutti operai e contadini; da una parte c’era il bar e dall’altra gli alimentari. Nel ’47 io sono andata lì con mio marito a fare la gerenza, per vent’anni. Qui non c’erano negozi e allora venivano tutti alla cooperativa, tanti clienti erano soci; avevamo una macchina che faceva un biglietto con il prezzo pagato, loro dopo la spesa tenevano questi biglietti e poi alla fine dell’anno gli davamo il 2% delle loro spese di tutto l’anno e facevano la spesa di Natale, Poi quando siamo venuti via noi, nel ’64, la cooperativa ha iniziato ad andare male, è durata fino al ’70, poi hanno venduto tutto per niente e hanno dato tutti in mano alla Coop.”