Chiesa di S. Ambrogio in Rozzano

La chiesa parrocchiale di S. Ambrogio sorge isolata in zona Rozzano Vecchia, lungo l’antica strada che dalla Certosa di Pavia passa da Basiglio attraverso zone acquitrinose, bonificate dai certosini, ricche di corsi d’acqua, rogge e marcite e poi raggiunge Milano.
 
Festosamente pittorica nel colore degli intonaci della facciata e nel colore rosso del cotto lombardo delle possenti fiancate, risalta nelle belle giornate, stando al centro delle costruzioni edili moderne che la circondano. Nella parte retrostante è cintata da mura sulle quali appoggia l’attuale casa parrocchiale, mentre sul lato sinistro, si affianca la facciata un piccolo ossario con una finestra a grata ed un gradino-inginocchiatoio in pietra per le devozioni ai defunti, risalente al tempo delle pestilenze in cui vennero riesumate dal cimitero le salme delle fosse comuni. Nel XVi sec. Il cimitero si estendeva di fronte la facciata e lungo il fianco a sinistra della chiesa dove è sorto negli anni ’50 il Teatro, poi circolo dell’oratorio; era protetto da un muro vallato, cioè con il fossato esterno, che scorreva anche davanti l’ingresso. “Il cimitero si ferri agli ingressi, in modo che non possino entrari bestie!” raccomandava S. Carlo.
Nel settecento fu smantellato ed i resti dei defunti furono raccolti nel locale o cripta che si trova sotto l’abside. Oltre il muro sopra citato, si trova la presenza dell’antico nucleo abitativo detto Castello, con la rimanenza di alcune massicce case segnate da elementi di origine medievali, a testimonianza delle vicissitudini religiose e storiche del borgo.
Guardando la sua architettura si ha modo di analizzarne la bella abside presbiteriale di stile trecentesco ed il campanile medioevale modificato nel sec. XVI.
Come accennato all’inizio, grazie alla sua favorevole posizione, a poca distanza da Milano e sulla via di transito per la Certosa di Pavia, favoriva il ristoro dello spirito. San Carlo la visità personalmente giungendo in barca sul Naviglio fin dove era una delle conche leonardesche. Molti artisti vi giunsero e vi sostarono realizzando nel corso dei secoli il ricco decoro che ancora appare all’interno dell’abside e delle cappelle, ove si riunisce la presenza dei cicli pittorici del Luini, del Morazzone e del periodo bramantesco, di altri nel l’ambito del Bergognone e di altri non ancora identificati.
 
 
Entrando nella chiesa di S. Ambrogio di Rozzano si vede un accogliente aula di pianta quadrata che si sviluppa in altezza in uno spazio cubico tipicamente rinascimentale, rapportabile a quello del bramantesco presbiterio di S. Maria delle Grazie. La pianta mantiene forma ed orientamento est/ovest, come è detto nelle descrizione di San Carlo Borromeo nelle visita del 1573. Più avanti si apre centralmente la Cappella del Rosario, che reca il ciclo pittorico del Morazzone.



Nei primi decenni del ‘500 fu chiamato Bernardino Luini a dipingere i due riquadri nelle specchiature del presbiterio, molto osservati ed ammirati durante le varie visite pastorali del tempo. A lui si devono probabilmente la fasce di Putti con i simboli della passione.


Di questo periodo rimase visibile, nell’altare della Madonna Addolorata, solo la figura della S. Vergine che dopo la visita di S. Carlo era stata isolata entro una cornice marmorea e protetta da un vetro, poiché la forte devozione di cui fu sempre riferimento portava i fedeli a volerla toccare. La figura della madonna dei Sette Dolori venne sempre descritta nelle visite pastorali con aggettivi che ne rilevavano la bellezza pittorica. Il culto risale al 1233, periodo in cui i Sette fondatori dell’ordine dei Servi di Maria (Serviti) fecero di questa figura di Madre Addolorata per la Passione di Gesù, ilo primario riferimento della loro devozione. Esistono varie ipotesi riguardo la sua attribuzione artistica, che spaziano da Antonello da Messina, Petrus Chistus (o da Burges) fino alla più accreditata del Bergognone, che a lungo dimorò presso la Certosa di Pavia (dal 1489 al 1495).
A lui si deve anche probabilmente l’affresco nel presbiterio di S. Ambrogio tra i santi Gervasio e Protasio.
 
Il più antico dipinto di cui si ha notizia nella chiesa è quello della Madonna , probabilmente risalente al Medioevo. L’affresco è dipinto sopra un altare dedicata a S. Maria e detto della Madonna della Neve, o dal 1500 come “altare della Madonna delle Vergini”, per via della sua venerazione proveniente soprattutto da donne. Purtroppo non vi sono riscontri iconografici, si è soliti far risalire il dipinto al 1400. Altre opere d’arte sono la cappella del Rosario, in cui è dipinto  il ciclo d’affreschi del Morazzone, e la cappella della Circoncisione, così denominata per la presenza di una tela settecentesca raffigurante la circoncisione del Cristo
 
Degno di nota è anche l’antico organo del Bernasconi risalente al 1874, che sostituì il precedente di minor pregio. L'artista varesino, capostipite di una famiglia di organari, ha realizzato anche il maestoso organo che si trova nella chiesa di S. Giovanni in Laterano a Roma. La Chiesa di S. Ambrogio è situata in via XXV aprile 4.



La Chiesa di Sant’Ambrogio è il più antico monumento religioso di Rozzano. Venne costruita probabilmente intorno al 1100, anche se la sua dedicazione ne fa presupporre la nascita in tempi più antichi e da quanto è emerso non fu una chiesa di origine monastica benedettina.Le prime notizie che riguardano la chiesa risalgono alla fine del XIII secolo quando fu edificata probabilmente come cappella per favorire le pratiche religiose dei contadini che lavoravano nelle adiacenti tenute agricole. Nel sec. XIII, Goffredo da Bussero, nella sua opera Liber Notitia e Sanctorum Mediolani, che fornisce notizie sui santi onorati nella diocesi di Milano, afferma la presenza in "Rozzano" della chiesa di S. Ambrogio. Tale testimonianza è la prima in ordine di tempo che ci conferma la presenza sul territorio della chiesa citata
 
Il 15 settembre 1566, su incarico di Carlo Borromeo giunse a Rozzano Bernardino Cermenate, delegato della Curia milanese. Un documento ritrovato all'Archivio Arcivescovile di Milano (sezione X, Pieve di Locate) ci fornisce informazioni sulla chiesa di S. Ambrogio (lunga 25 braccia e larga 12) sul numero delle famiglie presenti all'epoca (100) e sulla struttura della casa del sacerdote (tre locali a pianterreno, un portico ed un orto). Successivamente la casa verrà ampliata, infatti nel 1568, dalle notizie di una successiva visita pastorale, rileviamo che essa risultava formata di quatto locali con portico e cortile e dotata di un orto di due pertiche. Anche la chiesa aveva subito modificazioni ed era ad unica navata lunga 28 braccia e larga 18, con l'altare sul fondo. Contemporaneamente l'organizzazione della parrocchia era migliorata in quanto furono costruite due scuole, quella del Rosario e quella del S.S. Sacramento ed il reddito annuo percepito
dal territorio di Torriggio ammontava a 112 lire che venivano pagate dal Sig. Luigi Besozzo (Aluisius Besotius) per 100 pertiche di vigna. (Archivio Arcivescovile di Milano, sez.X, Pieve di Locate).


Bibliografia:

La Chiesa di S. Ambrogio a Rozzano. Una chiesa, una storia, una comunità. Floriana Spalla